Catalogo
Storia di quando arrivammo tardi alla guerra

AutoreGorigus
Anno di pubblicazione2002
EditoreMursia
AbstractE’ il racconto in prima persona di un ragazzino delle medie negli anni del Fascismo. Inizia quando scoppia la guerra, ma ancora non tocca l’Italia. I ragazzini sfilano con entusiasmo in divisa da Balilla, tifano per l’amica Germania, sanno tutto delle armi e degli aerei a partire dalle loro collezioni di figurine. E’ il loro mondo fatto così. Poi la guerra si fa più vicina, i soldati partono, ci sono lutti nelle loro famiglie. Gli eventi si focalizzano sull’estate del ’43. L’azione si svolge in campagna, nel grande casolare, condiviso con zii e cugini, dove la famiglia come sempre trascorre l’estate, con la serva che viene da chissà dove, ma sembra dotata di poteri soprannaturali per far fronte alle evenienze. Ed il casolare di campagna – meglio mezzo casolare perché parte della famiglia allargata che ci abita non collabora- di questa famiglia della piccola borghesia romana finisce per accogliere nel più schietto stile dell’umanitarismo popolare un soldato russo, un giovanetto ebreo che suona il violino, un paracadutista americano di colore, uno scugnizzo napoletano, che ha rubato ai tedeschi tre cavalli ed un carro armato... Ospite della famiglia, che è piuttosto numerosa di suo, anche un compagno di classe del protagonista (interlocutore indispensabile nel racconto). Con un linguaggio molto diretto e domande molto franche i due ragazzini più grandi si chiedono cosa stia succedendo, come mai i nemici odiati diventano amici e vice-versa. La loro franchezza sbugiarda l’opportunismo degli adulti e le incoerenze della politica come propaganda (le differenze che colgono nei toni della scuola fino al 1942 e quelli dell’anno dopo...). Buona parte del racconto è dedicata all’avventuroso ritorno a Roma dalla campagna. Il problema è che nessuno è disposto ad accogliere né Juri, né Bob né tanto meno Jakob e non si può portarli in treno... Quindi una parte della famiglia rientra a bordo di un furgoncino travestito da ambulanza, guidato dallo scugnizzo e sotto la supervisione della vigorosa e determinata serva. Il viaggio è l’occasione per incontrare tutte le parti in causa: colonne di tedeschi, attacchi aerei, partigiani con le loro imboscate. Ogni difficoltà è superata facendo ricorso alle più scontate doti del popolo italiano (si scade ogni tanto nel macchiettismo), ma è soprattutto occasione per aiutare chi ha bisogno di tutte le parti in lotta ed altri ancora (inclusi i prigionieri di un vagone diretto in Germania), nella sempre più chiara coscienza che l’umanità è una sola (ed il popolo, la gente, in fondo si fa vittima di tutti, vedi anche sopra il rifiuto di correre rischi per nascondere i tre ). Il drappello giunge indenne – ma a piedi- a casa, in una Roma occupata ed affamata, con il generale Alexander che la inonda di volantini, che invitano la popolazione a sabotare i Tedeschi. Ma per i ragazzi è chiaro che il generale non sa di cosa parla, come si permette e chi lo conosce... Faranno la loro parte ma senza vittime umane, perché ce ne sono già abbastanza. Anche la liberazione di Roma li trova ed alla difesa di un povero ragazzo di loro conoscenza, un tipo senza arte né parte arruolato dai Repubblichini, il quale essendo un po’ tonto non ha buttato in tempo la divisa. Ci hanno fatto il callo ormai. Hanno tuttavia seminato tanto bene che hanno amici in tutti i partiti e se la cavano – non a casa però dove la mamma sfoga lo spavento a schiaffoni. Il problema della pace, quella vera che è riconciliazione, resta aperto, ma hanno capito che lo devono risolvere da sé.
CommentiSarebbe bello se questo racconto mettesse voglia a chi lo legge di conoscere meglio la storia della II guerra mondiale e le vicende dell’Italia in questa storia.

Classificazioni

Età consigliata

V elementare

 

Genere

Raccolta di racconti

 

Ultimo aggiornamento: 09-03-2020